Domenica 23 febbraio ritorna il Carnevale del Laietto

COMUNICATO STAMPA CARNEVALE 2020

Nella nostra valle soffia sovente il vento, ma ora sta per giungere un vento nuovo: vento di carnevale. Carnevale sì, ma non quello tradizionale fatto di rumori assordanti, di coriandoli e poco altro. Qui si parla di carnevale della tradizione, una festa per le genti della montagna che in un solo giorno concentravano un anno di fatiche e problemi. Presto questo vento giungerà nella media valle e poi salirà il versante sopra Condove, salirà su fino al piccolo borgo di Lajetto (reminiscenza di un lago scomparso). Ed ecco che come per magia si risveglieranno esseri misteriosi e imponenti, come il Pajasso che ricorda l’esistenza mitica dell’Uomo Selvatico. Lui vagherà per i vicoli con il suo nodoso bastone cui ha legato il gallo, l’animale sacrificale e profondamente simbolico.


Foto Isabella Atzori

Dagli anfratti meno conosciuti, dalle case abbandonate, dalle cantine addormentate e buie emergeranno i Brutti: popolo di esseri nati prima della nostra memoria, malvestiti e spaventevoli, pronti a scatenare la loro voglia, repressa da un anno, di disturbare, di fare scherzi e dispetti anche irriverenti. Poi, come contrasto e antidoto eterno del bene nei confronti del male, del bello rispetto al brutto, ecco apparire le eteree figure degli Arlecchini, candide muse di una primavera auspicata e invocata. Con loro le altre coppie di Belli: Monsù e Tòta, Dotor e Soldà. Ecco che il corteo prende forma, la banda dei Sonador ëd Mòce suona, ora come un secolo fa, la Marcia delle Barbuire e il gioco ritorna agli umani: è il Carnevale delle Barbuire di Lajetto.

Domenica 23 febbraio 2020 l’antico carnevale del Lajetto farà sentire di nuovo i suoi rumori, non le voci perché i personaggi sono muti. È passato già un decennio e la voglia di riproporre, di mantenere viva questa tradizione della gente di montagna è più viva che mai. Il gruppo delle Barbuire ogni anno si rinnova fra maschere e costumi, si arricchisce di nuovi personaggi sempre celati nell’anonimato del travestimento.



 
Foto Pierina Alleri

Anche quest’anno, nel rispetto delle regole di sicurezza, il carnevale si adatta a esse consentendo l’accesso alla borgata a gruppi di persone accompagnate che potranno così apprezzare meglio quanti accadrà di là di una misteriosa tenda, quasi una porta verso l’ignoto: il mondo delle Barbuire. A partire dalle ore 14 l’accesso alla frazione sarà regolato in gruppi che, tramite un percorso per gli angusti vicoli del borgo, conosceranno le Barbuire, tutti i personaggi di questo tipico carnevale.

Al termine dei percorsi guidati il pubblico ritornerà sulla piazza della chiesa e nella via antistante, in attesa di partecipare, questa volta tutti assieme, al grande corteo delle Barbuire e raggiungere così i prati sottostanti alle case. Cosà succederà dopo, è un segreto che si potrà scoprire solo partecipandovi. Di certo le Barbuire non faranno mancare nulla all’effetto sorpresa e daranno libero sfogo alla loro esuberanza trasgressiva e contro ogni regola.

Tutto questo per giungere al momento culminante della festa: il sacrificio del gallo (rigorosamente in gommapiuma). Con un cerimoniale che mescola la pantomima alla ritualità ancestrale si concretizzerà quel sacrificio (oggi solo più simbolico ed emblematico) che auspicherà la fine anticipata dell’inverno e invocherà la protezione delle divinità della natura affinché la nuova stagione sia propizia e fortunata di raccolti e, magari un tempo, anche di nascite. La stagione fredda aprirà le porte a quei fiori che adornano i cappelli a cono degli Arlecchini e con la mano del Pajasso, capo indiscusso di tutte le Barbuire e unico deputato all’azione finale, si manifesterà ancora una volta la sua appartenenza e amicizia con la Natura. Le sue urla gutturali echeggeranno ancora una volta sulle pendici della valle del Sessi, prima che la quiete della sera venga a chiudere una giornata come sempre memorabile.



Foto Tatiana Decrù Federico

Come corollario alla manifestazione sono previste varie attività che avranno luogo lungo la strada di accesso alla borgata e che daranno l’opportunità al pubblico di intrattenersi. Fra queste, oltre alle inevitabili sorprese, ci sarà il solito mercatino di prodotti locali, la mostra fotografica delle edizioni precedenti del carnevale, esposizione di sculture di legno, momenti musicali e il corroborante vin brulé preparato dagli Alpini di Condove. Sempre sperando, come per le ultime edizioni, in un tempo mite e soleggiato.

Anche in questa edizione “Le Barbuire” beneficeranno dei consigli e della regia di Wuoz (Massimo Valz Brenta) cui esprimono in anticipo il loro ringraziamento.

Per chi ha piacere di un approccio “ecologico” ci sarà un’ulteriore possibilità: in collaborazione con la Pro Loco di Condove e con l’associazione Freemount è organizzata la camminata «A passo di Barbuira», con partenza dalla piazza di Condove, davanti al Comune, alle ore 10 del mattino di domenica 23 febbraio e salita lungo le vecchie mulattiere. Verso le ore 12 è previsto l’arrivo alla borgata Sigliodo, dove ci sarà la possibilità di rifocillarsi, rigorosamente con prodotti locali, presso l’azienda agricola di Vercellino Lucia. Alle 13 si partirà alla volta di Lajetto per giungervi giusto in tempo per godersi il carnevale. per questa iniziativa prenotazioni al 3281530898/ 3495894892 o a proloco.condove@gmail.com entro venerdì 22 febbraio 2020. Altre associazioni probabilmente organizzeranno percorsi analoghi.

L’appuntamento cui non mancare, per chi ha a cuore la cultura delle genti delle montagne valsusine, è dunque domenica 23 febbraio a Lajetto, sulla montagna di Condove (TO). Si consiglia di indossare indumenti e calzature adatti all’ambiente montano ed essere preparati a subire scherzi e dispetti: è un carnevale e ogni scherzo vale! Per ulteriori informazioni seguiteci on-line www.barbuire.blogspot.com e www.facebook.it/barbuire.



Foto Giorgia Allais